L'Occhio della Mente

29.03.2017

Qualche anno fa scrissi un articolo relativo al meccanismo della Percezione. Ne parlo in maniera ironica e leggera, ma credo possa essere un utile spunto per coloro che vogliono interessarsene almeno un po'. Buona lettura!

"E' un pugnale? (...) o sei soltanto un pugnale della mente, una creazione falsa che nasce dal cervello espresso dalla febbre?" Questo lo scriveva Shakespeare nell'atto secondo del Macbeth; quanto a me, non potendo vantare la stessa vena poetica, cercherò di essere più pragmatica nell'illustrare, nel modo più chiaro possibile, cosa si cela dietro al sistema visivo. Da poco ho acquistato, previa visita oculistica, il mio primo paio d'occhiali e, potendo guardare il mondo con occhi sfavillanti, ho deciso di condividere le mie conoscenze a riguardo. Partendo dalle basi, se fossi in voi, mi chiederei a cosa serve la percezione. Nel caso foste una piantina di betulla, la vostra preoccupazione primaria sarebbe quella di dirigere le radici nel terreno in cui siete piantati, cercando di ricavare il nutrimento necessario alla vostra sopravvivenza, orientandovi di tanto in tanto verso il sole. Ma gli esseri umani, non vi sorprenderete certo a leggerlo, sono più complessi rispetto a un vegetale, e hanno esigenze diverse per sopravvivere. In primo luogo, sono dotati di motricità: si spostano nell'ambiente esterno, evitando gli ostacoli e manipolando gli oggetti. Ma come riusciamo a fare tutto questo?

La funzione visiva rappresenta il collegamento tra mondo esterno e mondo interno, risultato di una lunga e complessa catena di processi, che vedono protagonista il nostro sistema nervoso. Tutto ciò che percepiamo visivamente lo dobbiamo agli occhi, i quali ricevono la luce proveniente dagli oggetti, e inviano le sensazioni ricevute al cervello. Scomposta per essere inoltrata ai nervi ottici, l'immagine viene poi materializzata dal cervello stesso. Tutto ciò che vediamo è frutto della luce riflessa dagli oggetti; catturata attraverso le pupille, deformata e ribaltata, viene proiettata sulla superficie bidimensionale della retina dando origine ad un'immagine. La luce, elemento primo e fondamentale per spiegare il processo visivo, è formata da minuscole particelle elementari dette fotoni; nello specifico, accade che l'energia luminosa riflessa da un oggetto viene trasformata in segnale nervoso, che dall'occhio viene poi trasmesso ai centri visivi del cervello.

Negli ultimi anni, sono stati condotti vari studi nell'ambito della psicologia cognitiva che tentano di fornire informazioni sempre più precise sul modo di pervenire al riconoscimento di un oggetto mediante la vista. Attualmente, si ritiene che vi siano due principali processi di elaborazione dell'informazione visiva: 1) il processo primario, per mezzo del quale si perviene ad una descrizione strutturale dello stimolo visivo (cioè della forma dell'oggetto). 2) il processo secondario, per mezzo del quale avviene il riconoscimento dell'oggetto attraverso l'integrazione di meccanismi di elaborazione cognitiva più complessi, quali l'attenzione, la memoria, il linguaggio, l'immaginazione e la coscienza.

E' anche necessario che l'immagine sia vista nitidamente, e questo avviene grazie alla regolazione del cristallino. Il cristallino, messo in tensione dal muscolo cigliare, varierà la sua curvatura per la messa a fuoco (proprio come succede per l'obiettivo di una macchina fotografica); l'ordine arriva nel cervello che regola tutti i processi attraverso i neurotrasmettitori della placca motrice. Non so quanto vi interesserà sapere che il problema relativo ai miei occhi deriva proprio da questo preciso meccanismo. Eh sì, perché in realtà io c'ho una vista d'aquila, ma è il mio sistema di conversione che accusa qualche anomalia: la mia piccola e tenera cornea (se potessi portarla in giro al guinzaglio, ne sono sicura, sarebbe un dolcissimo animale domestico) è inficiata da una lievissima deformazione sulla superficie e di conseguenza le immagini che percepisco risultano essere poco definite, quasi sdoppiate. Insomma, non essendo una fanatica consumatrice di bibite alcoliche, mi sono posta il dubbio che potesse esserci qualche problema. E quindi il caro oculista, dopo avermi fatto sedere su un apparecchio che sembra uscito dal film di Alien, mi ha bollata come astigmatica. Poco male... con questi occhialetti vintage, color arancio, sembro mooolto più intelligente!

Scritto da Silvia Rossi; Immagine tratta da una scena del film "Io ti Salverò", Alfred Hitchcock, 1945.

Dottoressa Silvia Rossi
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